Carnevale di Venezia
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Carnevale di Venezia
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Origini

Le origini storiche dell’insediamento lagunare risalgono al periodo fra il V e il Vll secolo quando Pintensiticarsi delle invasioni barbariche costringe gli abitanti della Vetreria, un territorio appartenente alla X regio dell’impero romano, a rifugiarsi nelle isolette della laguna. Questi luoghi sperduti, abitati da popolazioni di pescatori, orticultori e salinai, costituivano un rifugio ideale per gli abitanti delle ricche città venete della terraferma, grazie alla difesa naturale data dalle acque, ma soprattutto alla povertà che rendeva questi isolotti irrilevanti per la brama di conquista degli invasori. l primi centri abitati dalle popolazioni fuggite dalle città di Aquileia, Concordia, Oderzo, Altino e Padova furono Cirado, Caorle, Eraclea, Jesolo, Torcello, Malamocco e Chioggia. Questi piccoli centri costituivano nel VII secolo una provincia sottoposta a governi locali diretti da “ tribuni marittimi ”, che dipendevano direttamente dell’esarca bizantino di Ravenna. L’aumento della popolazione e la conseguente esigenza di una maggiore difesa contro i longobardi che dominavano la terraferma, portarono il governo bizantino a sostituire la carica dei tribuni con quella più importante di un Duca, che fungeva da magistrato imperiale con poteri essenzialmente militari. Questo cambiamento portò il centro insulare a salire di importanza nella gerarchia del dominio bizantino, acquistando di fatto maggiori autonomie nell’amministrazione locale; anche se, la primitiva Venezia, continuava a riconoscere l’autorità imperiale. Nell’VIII secolo, a causa delle lotte fra fazioni, la sede del governo venne spostata da Eraclea a Malamocco e la carica di Doge divenne da quel momento (742 d.C) stabile fino alla caduta della Repubblica di San Marco. Nel IX secolo il doge Agnello Partecipazio trasferì il governo della citta da Malamocco all’isola di Rialto, segnando la definitiva nascita di un nuovo centro insulare: La nuova città è priva di un vero e proprio nucleo centrale compatto, ma si costituisce su piccoli centri sparsi sulle varie isole, tra le quali serpeggtano paludosi i corsi d’acqua le cui sponde vennero consolidate nel tempo. Le rive dei canali furono via via trasformate in piccole strade e le prime costruzioni, alzate su palafitte e zatteroni di larice, aumentarono lentamente lo spazio urbano, che acquisto cosi fin dalle origini, il suo singolare aspetto. Questa straordinaria conformazione salvò la citta dall’invasione dei Franchi di Pipino il Breve (809 d.C.). Nei due secoli che corrono fra l’800 e il 1000 avviene un continuo, ininterrotto periodo di ascesa e di sviluppo dei traffici e della navigazione, che costituirà la base delle fortune commerciali della città e dell’evento che consolidò per sempre l’identità cittadina, ricordato in numerose opere d’arte, fu l’arrivo delle spoglie di San Marco trafugate da Alessandria d’Egitto. ln onore dell’Evangelista, che venne acclamato come santo patrono della città al posto del greco Teodoro, si fondo la basilica che nel tempo costituirà il cuore della vita cittadina e il simbolo della sua grandezza.

La Repubblica

Nell’anno Mille una spedizione guidata dal doge Pietro Orseolo II conquistò la Dalmazia. Da questa antica impresa, che rafforzò l’egemonia veneziana sul Mare Adriatico ebbe origine una delle più importanti feste veneziane: la festa della “Sensa” (Ascensione) con il simbolico “Sposalizio del mare”. L’autonomia da Bisanzio venne raggiunta inizialmente attraverso la collaborazione con l’lmpero d’Oriente nelle guerre contro i Normanni, grazie alle quali Venezia ottenne importanti agevolazioni commerciali che sancirono il suo predominio negli scali orientali. La sua potenza mercantile crebbe ulteriormente quando, durante le Crociate, ottenne ulteriori trattamenti di favore per i suoi traffci nel nuovo stato fondato dai Crociati in Terrasanta a scapito delle sue più agguerrite rivali, le città marinare, Genova e Pisa. In questo modo si assicurò anche il possesso degli empori posti nelle città litoranee della Siria e dell’Egeo, creando abilmente un’utile catena di porti e di scali fra l’Adriatico e Bisanzio e, più oltre, nel Mar Nero e nel mare di Azov. Il peso politico veneziano cominciò a palesarsi durante le sanguinose lotte fra i Comuni italiani e l’imperatore Federico Barbarossa.

La città marinara, pur mantenendo inizialmente una posizione neutrale, per salvaguardare i suoi rapporti con l’imperatore, entrò successivamente a far parte della Lega Lombarda ma, grazie all’abilità dei suoi diplomatici, divenne mediatrice di pace fra i vari contendenti. Così, nel 1177, a Venezia fu negoziata la pace fra Federico Barbarossa, Papa Alessandro III e i rappresentanti dei Comuni. Con questo avvenimento la Serenissima assume una nuova posizione nella politica europea. ll definitivo, violento distacco dall’ormai decadente impero bizantino, venne sancito nel 1203 durante la IV Crociata, attraverso un’audace ed estremamente spregiudicata azione militare. I crociati, imbarcati a Venezia nel 1202, dovevano portare soccorso ai cristiani minacciati dal Sultano d’Egitto ma, grazie ad accordi tra alcuni baroni condottieri e il doge Enrico Dandolo, furono prima inviati a riconquistare la città ribelle di Zara. Successivamente, nonostante gli anatemi e le scomuniche di Papa Innocenzo III, che vedeva sfumare nel nulla la sua spedizione in Terrasanta, i soldati, guidati dai Veneziani, si gettarono alla conquista di Costantinopoli, che venne assaltata e conquistata (1203). Dopo il sacco, l’intero territorio dell’Impero d’Oriente venne diviso tra i partecipanti alla spedizione insieme alle sue ingenti ricchezze. Parte del bottino di guerra si puo ammirare nella basilica di San Marco, come la Quadriga che orna l’ingresso della cattedrale, le straordinarie suppellettili del Tesoro e buona parte dei marmi preziosi e delle sculture che rivestono e ornano la Basilica d`Oro, come la famosissima coppia di Tetrarchi in porfido, collocati all`esterno. Dopo la conquista di Costantinopoli, Venezia era a capo di un grandioso impero coloniale che, oltre ad estendersi lungo le coste della Dalmazia, comprendeva anche tutte le isole Cicladi e gran parte dell`arcipelago Egeo.

Governo della città

La potenza militare, politica e commerciale di Venezia era dovuta alla sua posizione strategica nel Mediterraneo, ma anche al suo governo. La particolare forma di repubblica oligarchica che la rappresentava, frutto di secoli di lenta evoluzione, portò al raggiungimento di una salda e pragmatica organizzazione statale, in grado di adattarsi e di risolvere sia le esigenze della politica interna, sia i complessi rapporti con l`estero. Il governo verieziano era congegnato in modo da non essere mai a servizio di una sola fazione. Esso si sforzava di identilicarsi con un supremo ideale di giustizia. Ed e proprio l’equanime, serena Giustizia raffigurata con la spada e la bilancia, collocata sulla facciata rivolta verso il mare di Palazzo Ducale, che diede il nome di Serenissima alla Repubblica di San Marco. La massima autorità dello stato, il Doge, veniva eletto da un complicato sistema di votazione a scrutini multipli, per evitare intrighi e favoritismi. La carica di Doge era a vita, ma non ereditaria; inoltre, nell’atto di assumere il suo ufficio, egli doveva giurare piena osservanza e fedeltà alle leggi contenute nella cosiddetta Promissione Ducale, una specie di carta costituzionale che determinava i limiti del suo potere, riducendo di fatto la sua carica a una funzione di rappresentanza e di garanzia dell’organizzazione statale. ll più vasto organo della politica veneziana era il Maggior Consiglio, che contava circa 2000 membri scelti a rotazione fra gli esponenti delle Famiglie patrizie veneziane. Il Maggior Consiglio votava questioni costituzionali, approvava leggi ed eleggeva gli alti ufficiali della Serenissima. Oltre a questa massima assemblea, che possedeva la piena sovranità dello stato, il potere legislativo era detenuto anche dal Senato. Quest’assemblea minore, originariamente detta dei Pregadi, veniva eletta annualmente. Ad essi si aggiungevano i vari collegi dei Savi, che avevano diverse competenze come le questioni legate alla marina, agli affari interni, alla guerra e alla finanza. Questi gruppi di funzionari formavano il Collegio che, assieme al Minor Consiglio, componeva un vero e proprio ministero degli affari interni ed esteri. ll potere giudiziario era invece legato agli Avogadori e, soprattutto, al tribunale della Quarantia, una sorta di corte suprema composta da quaranta membri nominati dal Maggior Consiglio. Insieme al Doge, i sei Consiglieri Ducali e i tre capi della Quarantia, costituivano la Serenissima Signoria, a cui era sottoposto il potere esecutivo. Oltre a questi organi, esistevano infine numerose Magistrature rivolte a curare e a sorvegliare i vari aspetti della vita pubblica.

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